L’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi, a un anno di libertà vigilata, oltre che alla interdizione perpetua dai pubblici uffici, dal gup di Catania Marina Rizza, nell’ambito del processo, svolto col rito abbreviato, e che lo vedeva imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto si scambio aggravato. Per l’ex presidente della Regione, il gup ha deciso anche l’interdizione dai pubblici uffici. La sentenza è stata letta questo pomeriggio al termine di una Camera di Consiglio durata circa cinque ore. Per l’ex governatore siciliano, la Procura aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione. Per quanto riguarda il reato elettorale, è stato assorbito da quello di concorso esterno nell’associazione mafiosa. Raffaele Lombardo invece è stato assolto per il capo d’imputazione relativo ai rapporti con il clan mafioso dei Cappello, ma sono stati ritenuti per il resto provati i suoi contatti con Cosa nostra.
Infine, il Gup ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare la posizione di Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano locale La Sicilia. Il fratello Angelo Lombardo, è stato rinviato a giudizio per concorso esterno all’associazione mafiosa e reato elettorale. La prima udienza del processo sarà celebrata il prossimo 4 giugno davanti la prima sezione penale del Tribunale di Catania. Soddisfatto il capo della Procura Giovanni Salvi, presente in aula con tutti i pm hanno lavorato notte e giorno nell’inchiesta iblis, come il l’aggiunto Carmelo Zuccaro, e i Sostituti Antonino Fanara, Agata Santonocito, Giuseppe Gennaro e Iole Boscarino. “Per la Procura – ha detto Salvi – è un risultato importante di chiarificazione, che da il segno di un impegno della Procura”. “Oggi è avvenuto un fatto storico – ha aggiunto Salvi – si ha per la prima volta la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa per un presidente della Regione Siciliana”.
“Sono di una serenità infinita, mi aspettavo questa sentenza, non ne aspettavo una diversa”. Lo ha detto Raffaele Lombardo dopo il pronunciamento della sentenza: “che potesse avere il coraggio sovrumano di schierarsi con una sentenza di assoluzione, che pure sarebbe stata aderente ai fatti, contro la procura che, per il 50 per cento dei suoi componenti è venuta anche plasticamente a dimostrare la mia posizione nel processo; contro la grande stampa che chiaramente ha determinato un giudizio preventivo nell’opinione pubblica; e contro un sistema politico i cui interessi, torbidi, ho intaccato”. “Siamo fiduciosi , ha detto Lombardo, anche se i miei avvocati sono dispiaciuti perché non si aspettavano questa sentenza, avendo condotto una difesa veramente straordinaria. Io invece sono stato molto più realista anche perché conosco un po’ di più il contesto, per rifarci a Sciascia. Via via che la tensione si attenuerà, nei passaggi successivi affermeremo la verità”.